Meraviglie di pietra


Nella Val Grande di Lanzo, come in tutte le zone di montagna, ogni pezzetto di terreno possiede un nome proprio, così come ogni fiume o rio, ogni cima o piccola punta.
E possiedono un nome proprio anche tutte quelle rocce che per dimensioni o curioso aspetto sono state per generazioni (e sono ancor oggi) importanti punti di riferimento per orientarsi o tracciare confini, od anche quando formano una cavità al di sotto di esse (balma) sovente ampliata e/o protetta con dei muretti a secco che consentiva il ricovero degli animali allevati.
E in alcuni casi sono perfino accompagnate da antiche leggende!


Bec Ceresin

Il Bec Ceresin è forse l'emblema naturale dell'alta valle, assieme alla catena delle Levanne.
Enorme monolite di pietra, alto quasi 60 metri con una base che supera i 15, con la cima più larga della base, è una torre naturale di gneiss granitico degna degli scenari desertici del Gran Canyon americano, che si staglia nel cielo del vallone del Trione a cui dà il nome (l'antico nome del Bec Ceresin era infatti semplicemente Turrione da cui, per contrazione, Trione), chiaramente visibile dal fondovalle, soggetto amato da molti artisti che hanno frequentato la valle.
La sommità, su cui resiste un ultimo boschetto di pinus uncinata ormai scomparso nelle valli, ove nidificava l'aquila finchè anche l'ultima non venne uccisa da qualche cacciatore, fu considerata imprendibile, data la sua conformazione, fino al 1926 quando gli alpinisti Maierna, Pattoni, Rapetti e Bertolino si ingegnarono lanciando con una fionda un peso con legato un piccolo filo, cui seguì un cordino più spesso e via via crescendo fino ad arrivare a issare una corda che permettesse l'ascensione.
Silente sentinella di guardia alle varie antiche miniere d'argento della zona, alcune delle quali stando ai documenti anche di una certa importanza, non poteva non avere una leggenda che lo riguardasse.

Bec Ceresin

Bec Ceresin

Bec Ceresin



Pera Cagna - Trioni (Groscavallo)

Al lato opposto del piano dei Trioni ecco un'altra leggenda che ci accoglie, narrandoci dell'origine diabolica dei segni presenti sulla Pera Cagni o Roc dou Diau, appunto.
Si tratta di un grosso masso erratico sulla cui superficie l'azione dei ghiacciai ha creato incavi, solchi e anche la profonda insenatura‏ (ormai seminascosta dalla vegetazione che circonda la pietra) che fa da volta alla galleria che venne scavata al di sotto del masso, alla ricerca di fantomatiche ricchezze. Ormai il fango ha invaso la galleria al punto che solo qualche metro è ancora esplorabile (per sicurezza scendere solo con terreno asciutto e con la presenza all'esterno di qualcuno che possa aiutare), ma pare che in origine questa fosse l'entrata di una vera e propria miniera.

Pera Cagni

Pera Cagni

Pera Cagni

Pera Cagni


Pera Ciapel - strada delle Fontane (Groscavallo)

Sul versante opposto della valle (all'indritto), lungo la strada delle Fontane, si trova un'ardita sfida alle leggi di gravità, un esempio di rock balancing naturale; la Pera Ciapel è una coppia di pietre poste in equilibrio l'una sull'altra in mezzo a una pietraia, probabilmente rimaste in tale fortuita posizione mentre quelle circostanti si assestavano sul terreno.

Pera Ciapel

Pera Ciapel


Castej dle rive - Vonzo (Chialamberto)

Simili per la forma 'fungina', ma di tutt'altra origine sono i Castej dle rive di Vonzo. Dalla piazza della chiesa si segue la strada sterrata e poi si seguono le indicazioni scendendo per il sentiero sulla destra; in pochi minuti si giunge al percorso che accompagna a conoscere questi pinnacoli di terra e ciottoli, sormontati in cima da una pietra che funge da 'cappello' proteggendo il terreno del pilastro dal dilavamento della pioggia.
Voci di paese suggeriscono che sia uno dei luoghi preferiti dalle fate per danzare alla luce della luna...

Castej dle Rive

Castej dle Rive


La Balma di Vonzo

Ancora vicino a Vonzo le fate sono protagoniste di un'altra leggenda che riguarda un grosso masso, la Balma 'd Vouns o Roc dle Masche (data la variante della leggenda).
Si trova a metà strada tra l'abitato di Vonzo e la zona del Ciavanis, più in alto del sentiero che posta alla cappella, ma più in basso della strada sterrata.
Quest'enorme roccia, su cui l'erosione degli antichi ghiacciai è molto evidente, dev'essersi staccata dalle montagne sovrastanti e rotolata poi nella posizione attuale creando sotto di sè una grossa balma, da cui il nome.
Sulla roccia sono presenti vie di arrampicata che tuttavia non sembrano utilizzate di recente.

Balma di Vonzo, Roc dle Masche


Il Roc 'd Peder

Una roccia caduta assai più recentemente si trovava invece in mezzo alla Stura, tra Campo della Pietra e Forno Alpi Graie, chiamato il Roc 'd Peder, dal nome di colui che, secondo la leggenda, avrebbe seppellito. Leggenda che tuttavia potrebbe non esser tale, giacché sul masso fu posta anticamente una croce e, in alcuni documenti si trova scritto che in quella zona un uomo fu travolto e seppellito da una grossa roccia staccatasi dalla montagna, intorno al 1725.
Il Roc 'd Peder oggi non esiste più, essendo stato minato e fatto saltare decenni orsono durante dei lavori nella Stura successivi ad un'alluvione.


Roc Parù

Alle spalle della borgata Richiardi una piccola pietra fa capolino dal bosco... Ma se si spogliano gli alberi dalle foglie come d'autunno e d'inverno, si può quasi guardare con gli occhi dei vecchi, ai tempi in cui il bosco non aveva ancora ripreso il possesso dei piccoli terrazzamenti allora coltivati al di sopra del paese. E allora ci si accorge che non è affatto piccola quella pietra, bensì è un enorme masso, protuberanza stessa della montagna che fa da sfondo all'intera parte centrale del paese.

Richiardi, cartolina d'epoca





Pera Berghina



Roc del Gal



Pra d'lj Roc




Roc 'd l'Eva

Letteralmente, Roccia dell'Acqua. Si trova vicino ad una sorgente, nei pressi di Cuccetta seguendo il sentiero in direzione di Crosiasse.